AGROCITIES 15-06-2010 progetto arch. Bernardo Bruno

Verso un Piano Interregionale AGROCITIES


“La Riforma fondiaria attuata nel 1950 interessò il comprensorio Appulo Lucano, comprendenti le regioni della Puglia e Lucania. La Riforma ebbe tra le sue finalità generali quella di attuare la divisione del latifondo rispettando le piccole e medie proprietà fondiarie, di fornire aiuto ai contadini poveri e sostegno alla piccola e media borghesia locale; di attivare interventi volti alla progettazione ed esecuzione di opere di trasformazione fondiaria ed agraria, di promuovere la costituzione di consorzi di bonifica e di irrigazione e la creazione di aziende sperimentali e di centri di meccanizzazione agricola.La riforma fondiaria venne disciplinata dalla legge 21 ottobre 1950, n. 841, "Norme per la espropriazione, bonifica, trasformazione ed assegnazione dei terreni ai contadini". La legge venne chiamata anche "stralcio" perché negli intendimenti del legislatore doveva sviluppare una più ampia normativa sulla Riforma Fondiaria che nella realtà non venne mai promulgata. Con d.p.r. del 7 febbraio 1951, n. 67 dal titolo "Norme per l'applicazione della legge 21 ottobre 1950, n. 841, a territori della Puglia, della Lucania e del Molise..." si sancì l'istituzione di una Sezione speciale per la Riforma fondiaria di Puglia, Lucania e Molise con sede in Bari presso l'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania, istituito a sua volta con d.l. 18 marzo 1947, n. 281. La Sezione (comunemente definita Ente Riforma) ebbe come compito quello di esercitare sui territori interessati le funzioni di espropriazione, bonifica, trasformazione ed assegnazione dei terreni ai contadini; aveva gestione autonoma e patrimonio distinto da quello dell'Ente pubblici e del lavoro e della previdenza sociale - e il Collegio sindacale, di durata triennale, che provvedeva al controllo della gestione amministrativaefinanziaria.La Sezione speciale per la Riforma fondiaria di Puglia, Lucania e Molise avrà vita sino al 1965 quando, con l'emanazione della Legge n. 901/1965, si tramuterà in Ente di sviluppo agricolo.”



Siamo consapevoli che un Paese quale l’Italia odierna non dedica molte risorse al tema dell’edilizia popolare e più in generale il tema della “casa per tutti” definitivamente tramontato. Fra le fasce di popolazione disagiata e l’incombente avanzata delle fasce povere la gran parte della popolazione immigrata, non rientrando di diritto perché priva di cittadinanza, è quella che più risente del disagio abitativo nel Nord come nel Sud nelle aree urbane come nelle aree rurali. Premesso che in questa fase, volutamente, non ci si è posti il problema di chi possa finanziare un operazione del genere che tirando le somme si aggira su svariati milioni di euro. Tale premessa fondamentale è doveroso farla visto che ci si muove in un campo ove le UTOPIE di oggi potrebbero essere le REALTA’ del futuro prossimo.
Da un analisi preliminare emerge che il Piano potrebbe prendere in considerazione la riqualificazione di una parte dei borghi rurali dislocati sul territorio di confine fra le province di Potenza-BAT-Bari nelle aree bradanica-ofantina, al fine di mitigare il disagio abitativo dei lavoratori migranti stagionali che dai dati in possesso si aggirano intorno alle tremila unità durante la stagione estiva. Naturalmente la riqualificazione dei borghi rurali assumerà anche una valenza culturale oltre che sociale. Non da ultima la considerazione che riqualificare un siffatto patrimonio darebbe una spinta evolutiva alla “rigenerazione” degli stessi borghi. La rete turistico culturale dei borghi è uno dei punti dello sviluppo endogeno della valle ofantina, contenuto nel protocollo “Azioni di relazione tra PPTR e PSR 2007/2013 per il fiume OFANTO” TRA Regione Puglia e Agenzia Territoriale per l’Ambiente del Patto per l’Occupazione Nord Barese Ofantino. Il patrimonio edilizio della Riforma Fondiaria di cui sono costellate le campagne ed i paesaggi delle aree oggetto di interesse, è a seconda dei casi completamente abbandonato o parzialmente utilizzato, ciò dipende dal tipo di attività colturale si pratica oggigiorno.
I Comuni all’interno dei quali ricadono i borghi oggetto della nostra proposta sono: Melfi, Lavello, Venosa, Genzano di Lucania, Canosa di Puglia.
I Borghi sono: Boreano, Gaudiano, Leonessa, Loconia. Fra i borghi oggetto di indagine vi è quello di Taccone (Irsina), il quale sia pur presentando caratteristiche interessanti non rientra nell’ipotesi di Piano in quanto in un area prevalentemente destinata a cereali.
Loconia è una frazione di 175 abitanti appartenente al comune di Canosa di Puglia. L'abitato dista 15 chilometri da Canosa ed è posizionato nei pressi dell'affluenza tra il fiume Ofanto e il torrente Locone, da cui il centro prende il nome. Loconia è stata creata come centro rurale in periodo fascista ed è composta in gran parte da case coloniche costruite per favorire un maggior servizio ai lavoratori agricoli nei primi anni del '900
Boreano è una frazione quasi completamente disabitata appartiene al Comune di Venosa dal quale dista 11 chilometri

Leonessa è una frazione nella quale risiedono 88 abitanti, appartenente al Comune di Melfi dal quale dista 10 chilometri è ubicata in una posizione di grande transito , nelle immediate vicinanze dell’area industriale di San Nicola di Melfi e della S.S. 655 Bradanica.

Villaggio Gaudiano è una frazione appartenente al comune di Lavello,risiedono 32 abitanti, l’abitato è quello più a Nord dell’intera Basilicata, dista 10 chilometri da Lavello ed è ubicato a pochi chilometri di distanza dal confine regionale con la Puglia, delimitato dall’Ofanto con le provincie di Foggia e BAT.

Tali Borghi situati all’interno delle aree di coltivazione dei pomodori poco distanti gli uni dagli altri sono in parte abitati permanentemente in parte abbandonati. La macro area di riferimento è quella baricentrica rispetto alla fossa premurgiana ed il tavoliere del foggiano ove si concentrano le produzioni di pomodori.
I dati (ISTAT) maggio 2007 ci fornisco i seguenti numeri: in tutta la Basilicata gli ettari coltivati a pomodoro da industri si attestano su 3.852, in Puglia per lo stesso periodo 27.770
Nelle zone Bradanica-Ofantina che comprende i Comuni di Melfi, Lavello, Montemilone, Canosa, Venosa, Palazzo San Gervasio, Banzi, Maschito, Forenza e Spinazzola, gli ettari complessivi coltivati a pomodoro sono 700.
La valutazione preliminare verte su ipotesi distinte fra loro ma che possono essere integrate. Comparando fra loro le ipotesi si valuterà in sede di progettazione definitiva quale si riterrà la più idonea al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Inoltre è da tener presente che l’abitazione per “lavoratori stagionali” dovrà anche considerare la normativa inerente gli “alloggi rurali”.
Ogni Agrocity potra’ ospitare nel complesso un numero di lavoratori pari mediamente a 150 unità. La scelta di concentrare un numero esiguo di lavoratori per ogni borgo è dettata da due ragioni:
La prima di carattere funzionale per far si che i lavoratori siano il più possibile vicini alle aree di raccolta dei prodotti onde ridurre tempi e costi di spostamento da e per i luoghi di lavoro. Tale ragione potrà contribuire a ridurre il fenomeno del caporalato “bianco o nero” che sia, legato al trasporto dei lavoratori sui campi di raccolta. A tal fine è bene che il trasporto da e per i luoghi di lavoro sia organizzato e gestito da apposite cooperative.
La seconda di carattere di impatto sociale con gli abitanti degli stessi borghi per far si che il numero dei lavoratori temporanei presenti nel borgo non sia eccessivo rispetto al numero di abitanti locali. Tale sensibilità si rende necessaria al fine di prevenire qualsiasi tipo di “tensione sociale” possibile.
IPOTESI A)
REALIZZAZIONE DI UN ALBERGO SOLIDALE E RELATIVI SERVIZI
E’ necessaria un area complessiva minima di 5.000 mq.
L’intervento ha interessato la realizzazione di un primo edificio adibito ad albergo solidale L’albergo avrà un esclusivo uso a dormitorio. Le dimensioni in pianta a quota fondazioni sono di circa 25x 25 m. Sono stati realizzati 3 piani fuori terra adibiti ad alloggio per lavoratori stagionali (s.l.p. di ogni piano pari a 525 mq), ed una copertura a falde inclinate. L’edificio ha copertura a falde inclinate e altezza di colmo pari a 11,50 m. La struttura portante principale è stata realizzata in c.a. I tamponamenti esterni sono stati realizzati con murature in laterizio coibentati, i tamponamenti interni sono invece in muri di laterizio intonacati o in lastre di gesso. L’impianto di riscaldamento, raffrescamento e distribuzione dell’acqua calda installato si avvale di un sistema di teleriscaldamento, integrato, per il raffrescamento dei grandi ambienti comuni, da una centrale frigorifera posizionata in copertura. I corpi scaldanti/raffrescanti utilizzati sono dei fan-coil a pavimento.Le facciate sono state realizzate con muratura in poroton. Considerando un costo parametrico di Euro 1.100 a mq ed una superfice complessiva pari a 2.000 mq si ottiene una stima di Euro 2.200.000

Un secondo edificio sviluppatesi su di un unico livello a piano terra della superfice complessiva di 625 mq. per un volume totale di 3.000 mc. L’Edificio costituito da una ampia sala in grado di ospitare 150 posti a sedere è questa la sala mensa per i lavoratori. Attigua ad essa i relativi servizi cucina e bagni. Nella stessa struttura vi saranno spazi per attività ludiche e ricreative, sala internet point e sala per lezioni di italiano.Il costo parametrico di euro 900 a mq per una superfice di 625 mq si ottiene una stima di Euro 562.500
SOMMANO i due interventi si ottiene Euro 2.762.500

IPOTESI B)
RISTRUTTURAZIONE E RIUTILIZZO DEL PATRIMONIO EDILIZIO DEMANIALE IN STATO
DI ABBANDONO
Ristrutturazione e riutilizzo del patrimonio edilizio in stato di abbandono al fine di recuperare unità residenziali per circa 150/200 lavoratori per ogni borgo da riqualificare. Da considerare che allo stato attuale alcuni dei borghi presi in considerazione sono dotati dei servizi minimi essenziali e funzionali alla popolazione ivi residente: distributore carburante, bar, spaccio alimentare etc. Questi andranno potenziati.
Ogni Agrocity è costituita da un nucleo di unità residenziali recuperate mediamente costituite da 30 unità. Le unità originarie mediamente di 55 mq per un numero di abitanti pari a 5.
L’intervento di recupero deve prevedere il ripristino dei servizi: igienico-idraulico-termo elettrico-gas. Il recupero delle funzionalità compromesse: coperture-isolamento-rifacimento infissi e porte. Ai costi necessari per rendere abitabile le unità vanno aggiunti i costi degli arredi minimi . bagni-cucine-letti
COSTI PARAMETRICI euro 1.000 a mq per il recupero di unità abitativa di 55 mq
Rifacimento copertura, Rifacimento infissi, Porte, Isolamento copertura, Impianto idrico Impianto termico, Impianto elettrico, Opere murarie interne
Euro 1.000 a mq X 55 mq =EURO 55.000
Nel caso in cui fossero disponibili 30 unità abitative da recuperare per raggiungere uno standard di 150 posti letto, sarebbe necessaria una somma pari a Euro 1.650.000
A tali oneri vanno aggiunti quelli delle urbanizzazioni primarie da valutare per ogni singolo borgo.

IPOTESI C)
REALIZZAZIONE DEI NIR’ COSTITUITO DA UNITA’ MOBILI.
Il progetto è composto da NIR' (nuclei istantanei di raccolta) sono semirimorchi di tir, mobili, con sopra costruzioni in legno, con soli posti letto di almeno 25 unità. I NIR' si spostano sul territorio a seconda delle necessità. i NIR' si accostano alle BASI da cui si alimentano (blocco autosufficiente di stazionamento d'emergenza). Una BASE è una struttura fissa di acciaio, con una grande copertura fotovoltaica e un blocco edilizio che contiene cucina, sala, guardiania-pronto soccorso.
Arch. Bernardo BRUNO

Fonte:
Sezione speciale per la riforma fondiaria di Puglia, Lucania e Molise di Bari .




Agenzia Lucana Sviluppo ed Innovazione in Agricoltura - ALSIA di Matera (complesso di fondi / superfondo)

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